ORFANI NUOVE RILEVAZIONI OCCHIO SPOILER


  
Dopo aver riletto i primi 4 numeri per farmi un idea chi sia l'uomo con il fucile . E Cercando anticipazioni sul n°6 ed eventualmente i successivi del fumetto orfani . Quando mi sono imbattuto in questo due articoli , soprattutto il primo ( che riporto sotto integralmente ) che confermano le previsioni che feci quando , qualche post fa , parlai del primo numero . Ma soprattutto era da quasi 20 anni ( quando riscopri il l'anime e poi il romanzo , da cui è tratto l'anime , secondo me incompleto non finito di Alexander Key )





e più che non mi non mi riappassionavo a tale genere 






ORFANI #5Nuove rivelazioni









Non c’è più dubbio: Orfani spacca! E questo numero cinque, appena dato alle stampe, ne è la conferma più palpabile. 
La storia prosegue – sempre seguendo il duplice binario passato/presente – da dove l’avevamo lasciata a gennaio. Con questo nuovo albo scopriamo come – nel passato –, dopo la morte di Felix, sia entrato a fare parte del gruppo degli Orfani il tenebroso italiano, Raul, arrivato dopo la morte di tutti gli altri suoi compagni in una missione suicida che questa volta tocca compiere agli Orfani. Nel presente, fatto di attacchi sempre più devastanti dritti al cuore del fantasmatico nemico, vediamo come Sam – la mocciosa – e tutti gli altri abbiano superato la scomparsa dell’amico Ringo/Pistolero e si dedichino anima e corpo alla “nobile arte” del fare cadaveri. Ma proprio Raul, l’uomo con il fucile del titolo dell’albo, si accorge di qualcosa che non lo convince e va a parlare con la sempre più mefistofelica professoressa Juric.

Ciò che sta contribuendo a farmi apprezzare sempre più questa serie è la presenza costante nelle prime tre pagine di richiami al momento dell’attacco alieno: troviamo puntualmente uno dei nostri giovani e “futuri orfani” alle prese con normalissime attività. Questa volta è toccato al povero Felixche al momento dello scatenarsi dell’apocalisse aliena si trovava davanti al quadro di Pablo Picasso,Guernica (da notare la splendida ricostruzione dell’esterno del museo a opera di Maresca). Significativo il fatto in questo caso gli autori abbiano scelto proprio un’opera–manifesto contro la guerra come questo capolavoro dipinto proprio in occasione del primo vero e proprio devastante attacco aereo, triste preludio al secondo conflitto mondiale. La guerra non è la «sola igiene del mondo» come scriveva il pur geniale Filippo Tommaso Marinetti nel suo
 primo e giustamente famoso manifesto futurista del 1909, ma è la forma più bassa di azione di cui l’uomo è capace: come definire altrimenti un qualcosa che crea/genera/produce distruzione/morte/nulla? Voi direte: «Ma in questo caso non si è trattato di un attacco umano, ma alieno!» e io vi rispondo che al momento sembra così anche se ci sono molti indizi che lasciano pensare il contrario… Comunque la denuncia degli orrori prodotti dalla guerra è, in questa sede, ancor più chiara e netta e questo non può che far piacere agli Audaci ! Roberto Recchioni si sta dimostrando, numero dopo numero, un vero maestro di narrazione e un esperto conoscitore del mezzo fumetto. Con il suo innato senso della continuità, l’autore romano si diverte a montare e smontare le linee guida della storia dando al lettore prima l’impressione di essere sul punto   di risolvere gli enigmi che si trovano a vivere i protagonisti della serie ma subito dopo cala i suoi assi e spiazza tutti con i suoi memorabili colpi di scena finali! Luca Maresca mette in mostra tutto il suo esplosivo talento visivo e conferma una volta di più che questa serie può vantare tra i disegni più belli di sempre – o almeno, tra quelli più curati e meglio legati alla narrazione che si ricordi – e non è cosa da poco per la Bonelli (dove la cura maniacale per l’unione di immagini e parole è sempre stata – per citare i nostri Orfani preferiti e non solo – PURO VANGELO).


P.S. 


Gli Audaci – di comune accordo – hanno deciso di mandare un caloroso abbraccio e una sincera carezza al povero Franco Busatta, divenuto Uomo–Simbolo degli Audaci dopo l’imprescindibile editoriale introduttivo di questo numero. Un appello al caro e saggio Franco: «Quando non sai che cosa scrivere, caro amico, puoi sempre parlare del nostro blog!»


Rolando Veloci


Mi trova d'accordo anche il secondo articolo  del  sito  http://www.lospaziobianco.it/



L’uomo con il fucile spinge a un’ulteriore riflessione sui meccanismi del linguaggio narrativo bonelliano e su uno degli obiettivi dichiarati della serie che è quello di rinnovarlo.
Se si volesse, provocatoriamente, fare una sinossi di questo albo potrebbe essere la seguente:
Ci sono
quattro compagni d‘armi che sono stimati dai commilitoni e che hanno vissuto mille avventure insieme. Sono temuti come armi letali. Hanno un piccolo esercito alle spalle ma giocano essenzialmente da battitori liberi guidando l’assalto al forte nemico.
All’interno del quale c’è un arsenale da far saltare in aria.
Uno di loro ha un passato luttuoso, che lo ha segnato; è silenzioso e attento, abile guerriero ma preferisce agire da solo, assestarsi in posizioni da cui è possibile avere una vista dall’alto per poter coprire i suoi compari.
Ad un certo punto uno dei quattro lancia una esclamazione: “Puro vangelo!“
La missione riesce pienamente, l’incursione funziona, l’abilità con le armi dei quattro è superiore a ogni combattente in campo e, alla fine, la santabarbara esplode. 
Eppure il solitario di cui parlavamo prima non è convinto di come sono andate le cose perché si fida molto della sua abilità nel leggere le tracce. Gli indizi che ha trovato però lo lasciano perplesso e prova a parlare con qualcuno dei suoi dubbi che però restano tali.
Una provocazione, si diceva, che però spinge a considerare con attenzione l’efficacia del dichiarato rinnovo del linguaggio che la serie si propone. Esasperando, come sopra, le caratteristiche della storia in esame si vede come essa faccia uso di una serie di meccanismi e regole narrative tipici della classica letteratura di avventura, fonte d’ispirazione bonelliana sin dalla nascita di Tex: volendo fare dei nomi, Emilio Salgari, Alexandre Dumas.
Accostare Orfani a Tex, notarne le similitudini in alcuni passaggi e strutture (le stesse di tutta la letteratura d’avventura riprese poi nel cinema quanto nei videogiochi), fermo restando la sostanziale differenza tra i due prodotti narrativi, è una voluta forzatura, ma utile alla presente analisi della serie di Roberto Recchionie Emiliano Mammucari. 
Se innovare significa semplicemente snellire i dialoghi, per renderli più immediati e più “vicini” al sentire degli adolescenti di oggi, oppure dare la prevalenza a intere sequenze narrative “mute” (dove peraltro l’abilità dello sceneggiatore quanto del disegnatore sono, comunque, ancor più evidenziate), allora forse questa ricerca di una via nuova depaupera anziché arricchire un prodotto a fumetti, sacrificandone sull’altare della fruizione veloce la ricchezza di contenuti.
Diventa allora lecito chiedersi se, per un prodotto come Orfani, il valore aggiunto non possa essere trovato nel recupero di un tempo di lettura più lungo, da “insegnare” a quei giovani a cui il prodotto è dichiaratamente diretto, magari certo, con l’inserimento di dialoghi più al passo coi tempi. Se la vera innovazione di un prodotto a fumetti seriale, oggi, non possa essere in controtendenza rispetto a media come (certo) cinema e videogiochi, non possa coniugare un’estetica visiva di immediato impatto con una ricchezza narrativa densa di contenuti su cui riflettere. Se il tempo di lettura inferiore ai venti minuti, obiettivo di Roberto Recchioni, non sia un minus anziché un plus.
Volendo di nuovo essere provocatori, si pensi alla ricchezza e alla densità presente nelle “strisce” di un autore (contemporaneo e di successo) come Zerocalcare, e al tempo di lettura necessario per la maggior parte dei suoi post.
In altre parole, rendersi conto che, forse, i giovani lettori di oggi non vedono la velocità di fruizione come caratteristica necessaria di un prodotto, o almeno non solo, visto che la loro capacità di concentrazione, da nativi digitali, sembra essere maggiore e non ridotta a causa dell’uso continuo della rete e dei social networks. 
Ferma restando tanto la difficoltà nel trovare “La” soluzione della questione, quanto nella probabile possibilità che essa non sia né univoca né scontata.



Concludiamo con un doveroso accenno all’apparato grafico del numero. La serie sta riuscendo a fare dell’omogeneità e della continuità grafica un suo punto di forza. Ogni autore, finora, è riuscito, nell’ambito della personalità del suo stile, a “legarsi” e a “fondersi” nell’immaginario iconografico pensato con sapienza da Emiliano Mammucari. Convincente è anche la prova diLuca Maresca, con un ottimo uso delle inquadrature e ben riuscite rese dei personaggi e dei loro stati d’animo in entrambi i contesti temporali. Efficaci anche le splash page, che però ci ricordano anche quanto la gabbia bonelliana sia, in effetti, funzionale al formato degli albi.


Leggendo   le  anticipazioni  (   Se non volete avere anticipazioni di alcun tipo, NON , se  lo fate  poi non lamentatevi con il sottoscritto  ma  con voi stessi, non aprite questi  url  )  
posso    che  ci sarà da  divertirsi  e    che secondo  me  ala domanda    presente  nella sezione faq   (  http://www.sergiobonellieditore.it/sezioni/2401/faq )   << 





QUALI SONO STATE LE FONTI DI ISPIRAZIONE, UTILI A CREARE L'IMMAGINARIO IN CUI SONO CALATE LE STORIE DI ORFANI? CI SONO FILM, ROMANZI, TELEFILM, VIDEOGIOCHI O FUMETTI A CUI SIETE PARTICOLARMENTE DEBITORI?

EM: Orfani è la storia che avremmo sempre voluto leggere: dentro c'è "Halo", come c'è "Fanteria dello spazio" (il libro, non il film), "Alien", "Metal Gear Solid" e tutto l'immaginario visivo di fantascienza bellica che adoriamo. Riferimenti a fumetti ce ne sono pochi, anche se un personaggio indossa un casco che è un voluto

rimando al Rocketeer di Dave Stevens. 
RR: Orfani è una serie immersa in uno dei sotto-generi della fantascienza che amo di più: la fantascienza bellica, di cui Robert Heinlein e Joe Haldeman sono gli antitetici padri spirituali. Lavorando su storie che coinvolgono ragazzini e il tema della guerra, ho tratto spunto, via via da libri come"Stand By Me" e "La Lunga Marcia", di Stephen King, "Il Signore delle Mosche", di William Golding, "Fanteria dello Spazio" e "Guerra Eterna" (dei già citati Heinlein e Haldeman), oltre che da pellicole quali "Il Grande Uno Rosso", di Samuel Fuller, e "Full Metal Jacket", di Stanley Kubrick.



ha dimenticato di citare alcune opere d'animazione : Conan il ragazzo del futuro , futurama , e film ( non di fantascienza ) "L'onda" ("Die Welle"), il film tedesco diretto da Dennis Gansel nel 2008  qui  sotto il trailler
 

)

e  qui la trama
Concludo  che  è un opera  ben fatta  se  sta  piacendo e  appassionando  ad antimilitarista  e non violento  come me

Commenti

Post popolari in questo blog

MA CHE C’ENTRANO QUESTI CODARDI CON NOI?

"Meglio in cella che testimone senza scorta" Ex pentito della banda di Is Mirrionis ruba un furgone e si autodenuncia in questura

la canzone preghiera dei cugini di campagna racconta di Jole ed Ettore, i fidanzatini sassaresi lei morì di leucemia, lui si uccise