L’ultimo viaggio di padre Francesco Piras E-mail Stampa Condividi L’ultimo viaggio di padre Francesco Piras Morto a 99 anni il gesuita maestro di meditazione: 10mila allievi nell’isola

leggo con costernazione  la nuova sardegna ed  apprende  la news   riportata  dal  titolo  . 
CAGLIARI.
 "Buon viaggio, maestro": è uno dei tanti saluti con cui molti dei suoi discepoli - sembra ne abbia oltre diecimila in tutta la Sardegna- accompagnano padre Francesco Piras, il gesuita fondatore della scuola di meditazione trascendentale, verso l'ultima dimora. La notizia della sua morte, avvenuta alle 22.50 di mercoledì, si è subito diffusa, grazie alla rete, in tutto il mondo. Sicuramente in quella speciale "famiglia" di studenti, intellettuali, operai, impiegati, che hanno seguito a Cagliari, Sassari e Alghero le sue lezioni.
È morto serenamente, dicono i confratelli. Come un uomo di quasi 99 anni - mancavano 29 giorni al traguardo - che ha cercato di essere contemporaneamente un buon uomo, insieme cristiano e sacerdote. Una vocazione coltivata fin da piccolo, che si è irrobustita nell'adolescenza e negli anni trascorsi da Francesco Piras, nato a Villanova Monteleone nel 1915, nel liceo "Azuni" di Sassari. A diciannove anni comincia il lungo percorso formativo tra i gesuiti, prima il noviziato, poi gli studi filosofici, la laurea in lettere a Torino. In uno dei gruppi di studio degli studenti gesuiti, coordinati dal giovane padre Piras, si distingue per intelligenza e cultura Carlo Maria Martini, futuro arcivescovo di Milano. Nel luglio del 1947 l'ordinazione sacerdotale dalle mani di un vescovo sardo d'azione: il cardinale Maurilio Fossati, dal 1924 al 1929 guida della diocesi di Nuoro e dal 1929 al 1930 arcivescovo di Sassari. Padre Piras è uomo di scuola, ma anche di "mischia" sociale: nel 1950 dà vita al primo "cineforum" in Italia e per otto anni diventa "cappellano" degli operai Fiat di Termini Imerese. Rientrato nell'isola nel 1980, il tempo di guardarsi attorno, poi il 21 febbraio 1983, nell'artistica sacrestia della chiesa di San Michele in via Ospedale a Cagliari, riunisce una settantina di persone con le quali inizia un corso di meditazione trascendentale. Le tendenza new age e della mistica spinta dovevano ancora arrivare in Sardegna. Da 70 frequentatori si passa a 100, poi a 3-400. Un corso aperto a tutti, senza distinzione di cultura e appartenenza religiosa. Un gesuita sulla lunghezza d'onda di Madre Teresa di Calcutta: "La povertà materiale caratterizza molti paesi dell'Africa e dell'Asia. Ma fa più paura la povertà spirituale degli stati occidentali". «Padre Piras voleva che la persona ritrovasse i propri spazi vitali e i propri riferimenti – dice Luca Lecis, ricercatore universitario, assiduo per diversi anni alle lezioni del gesuita – concentrandosi sul presente, perché passato e futuro non ci appartengono». Oltre diecimila le persone incontrate da padre Piras in trent'anni di scuola di meditazione. «Gente affascinata da quest'uomo di fede al quale non piaceva essere chiamato maestro, perché di Maestro ce n'è uno solo, ma amico».Infatti come dice http://www.sardiniapost.it/<< padre Piras ha insegnato ai suoi allievi gli strumenti per amare davvero se stessi con la consapevolezza che un’esistenza sana e serena non ci è data dal destino ma può dipendere solo da noi >> per l'articolo completo : http://goo.gl/IDVikl



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