Roma, l'ascensore è rotto: Anna sulla carrozzina prigioniera in classe Alla materna IL Gelsomino a San Paolo, l'odissea di una bimba disabile: l'ascensore è nuovo ma da due anni aspetta di essere collaudato. Il presidente del Municipio: entro Natale sarà in funzione

Lo so che dovrei  raccontare   storie  più allegre ma  : << La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno ed il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose; il coraggio per cambiarle. >> (Sant' Agostino \ Pablo Neruda  )  . E  vedere che  a sofferenza  fisica   s'aggiunga  sofferenza dovuta  ala cattiva  amministrazione   e burocrazia   mi fa star male  e che  magari  , scusate il cinismo \  sarcasmo  se  fosse  qualche parente o  amico    di  politicanti  tale situazione non si sarebbe verificata  Meno male  c'è chi  come   ( news  suggeritami   dalla bacheca  di  Luana Lulu scano    )




alcuni giorni fa in un parcheggio di Lisbona gli automobilisti hanno visto occupati tutti i posti disponibili da sedie a rotelle, sulle quali erano riportati diversi messaggi "Torno subito", "mi ci vuole solo un po’" e "sono andato a prendere un caffè". Una bella iniziativa che deve fare riflettere.

Ma  ora  veniamo alla vicenda  d'Anna  

di Veronica Cursi da il messaggero del  28 Novembre 2013

Anna non ha mai fatto ricreazione in cortile, neppure con il bel tempo, quando tutti gli altri bimbi andavano a giocare in giardino, lei no. E' sempre dovuta rimanere in classe. Prigioniera della sua disabilità. E di un'assurda burocrazia. Anna ha 4 anni ed è affetta da paralisi cerebrale discinetica, una sindrome che le comporta disturbi nei movimenti e la costringe a una vita in carrozzina. Nella sua scuola - la materna Il Gelsomino a San Paolo - non esiste un montascale, uno scivolo, un ascensore. O meglio un ascensore c'è. Ed è anche nuovo di zecca. Solo che da due anni, da quando cioè l'hanno installato, ancora non è stato collaudato.
Così ogni giorno, da quando è cominciata la scuola, Anna deve rinunciare a partecipare ai laboratori di musica, a stare con i suoi compagni in palestra, a fare ricreazione in giardino. A meno che qualche insegnante allenato e di buona volontà la trasporti in braccio. Perché quelle scale, che collegano il pianterreno con il piano inferiore, per lei sono un ostacolo troppo difficile da superare. Quelle scale - come se servisse - le ricordano ogni giorno la sua diversità.




«E' una vergogna - si sfoga la mamma Nunzia Inchingoli - dal primo giorno di scuola mia figlia è costretta a rimanere prigioniera in classe. E non per un grave guasto. Ma perché ci sono problemi burocratici. Il 6 novembre ho presentato un esposto all'VIII gruppo dei vigili richiedendo un intervento. Sono passati più di venti giorni da allora e non si è mosso nulla». Il problema è stato anche al centro di un'interrogazione presentata il 21 novembre al presidente dell'VIII Andrea Catarci. Ma niente. L'ascensore è ancora lì. “Imballato” nel cellophane.
Ma dal Municipio promettono: «Entro Natale entrerà regolarmente in funzione». «Ci sono stati due diversi fattori che hanno rallentato il collaudo - spiega il presidente Catarci precisando che in realtà, considerati i normali tempi tecnici, il ritardo vero è proprio è “solo” di sei mesi - Inizialmente infatti c'è stato un problema di staticità, a cui solo dopo si è aggiunto un problema economico. Di solito i collaudi vengono fatti con rimborsi a fattura: la ditta paga e poi viene rimborsata dal Comune, ma negli ultimi anni vista l'emergenza delle casse capitoline le ditte sono sempre state rimborsate in ritardo e oggi molte si rifiutano di anticipare i soldi. Per questo stiamo cambiando le modalità di aggiudicazione degli appalti: in futuro chi si aggiudicherà la gara dovrà anche fare i collaudi. Perchè cose del genere non accadano più». Perché a pagare adesso è solo Anna.

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