Santu Jacu, un Cammino per riscoprire la Sardegna Sant’Antioco a Porto Torres

 da la  nuova sardegna  27\10\2013


Santu Jacu, un Cammino per riscoprire la Sardegna
A Codrongianos centocinquanta persone hanno percorso un tratto del tragitto che collega Sant’Antioco a Porto Torres
di Luca Fiori


 VIDEO Un tratto del Cammino di Santu Jacu

SASSARI. Non è importante la meta, ma il Cammino. Nessuna frase più di quella di Paulo Coelho, l’autore del più celebre dei libri sul Cammino di Santiago, può descrivere il senso del Cammino di Santu Jacu: il Cammino di Santiago de Compostela sardo, un percorso composto da una rete di sentieri lunga 1285 chilometri che attraversano l’isola da nord a sud e da est a ovest, collegando con un tragitto il più possibile vario e percorribile da persone con lo zaino in spalla, circa 100 comuni della Sardegna  .Il Cammino di Santu Jacu, nato da un’intuizione avuta sei anni fa da Umberto Oppus attuale sindaco di Mandas, è stato pensato e tracciato in sintonia e coerenza con l’andare all’imbarco degli antichi pellegrini verso ovest a Santiago de Compostela o a est verso Roma e Gerusalemme, riuscendo a collegare la maggioranza delle chiese dedicate a San Giacomo l’apostolo esistenti in Sardegna, più i resti di alcune in rovina. A differenza del Cammino di Santiago, che parte dai Pirenei francesi e si conclude nella capitale della Galizia (davanti alla tomba dell’apostolo Giacomo) quello sardo non ha un inizio e non ha una fine: si può partire da Sant’Antioco in direzione Porto Torres e viceversa. Il Cammino di Santu Jacu non ha una meta, perché come dice Coelho non è quella la cosa importante. Con questo spirito, certi che l’importante era il Cammino, un gruppo di volontari (non solo sardi) quattro anni fa si è messo a studiare storia, preistoria e protostoria, usi e costumi, tradizioni e vie di transumanza e di pellegrinaggio dell’isola, senza tralasciare bellezze naturali, orografia e sentieri esistenti, parchi naturali e possibilità di alloggio. Il Cammino sardo è nato così e oggi, dopo tanto lavoro, è una realtà.

Ieri lo hanno sperimentato un gruppo di pellegrini e amanti del trekking che ne hanno percorso una piccola tappa partendo da Codrongianos. In 150, forse di più, si sono dati appuntamento nella piazza del paese e a piedi, in bicicletta e a cavallo, si sono messi in cammino in direzione della basilica di Saccargia, passando per vecchi sentieri riscoperti, su cui i volontari hanno tracciato la freccia gialla e la conchiglia: i simboli del Cammino di Santiago, quelli che i pellegrini di tutto il mondo trovano sul sentiero che attraversa quattro regioni della Spagna e che dal 1985 è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Tre ore di passeggiata in mezzo alla natura per immergersi nello spirito del Cammino e lasciare a casa, almeno per mezza giornata, pensieri e preoccupazioni. Tutti gli abitanti di Codronagianos si sono adoperati perché i pellegrini e gli appassionati di trekking arrivati da ogni angolo dell’isola si sentissero a loro agio. L’accoglienza è stata calorosa e a fine mattinata, dopo la visita a Saccargia, la fatica di tutti è stata ricompensata con i migliori prodotti della zona. Questo è lo spirito del Cammino di Santu Jacu: restituire ai sardi e offrire a chiunque venga in Sardegna un altro modo di riscoprire l’isola e le sue tradizioni. La giornata è stata arricchita dalla proiezione del filmato della “pellegrina francese” Isabelle Duchene, una delle prime a percorrere il Cammino sardo, a piedi da Sant’Antioco a Orosei. Campionessa di marcia, la pellegrina alcuni anni fa ha percorso 30 chilometri al giorno in media, un sacco in spalla, viaggiando di giorno, e dormendo dove capitava. Il Cammino di Santu Jacu nasce dall’accordo di 9 comuni, ma il sogno dei volontari che lo hanno creato è di coinvolgerne almeno altri 100, ipotizzando di arrivare a 2.500 passaggi annuali, nell’arco dei prossimi 5 anni. «Con l’afflusso di camminanti, pellegrini, turisti, associazioni e gruppi - dicono - il risveglio economico dei piccoli centri diventerà quasi spontaneo, come è successo in Spagna negli anni 2000». Perché l’importante non è la meta, ma il Cammino.

dai commenti della nuova sardegna


Lukas Baffo · Villasor
Sono d'accordo con la frase finale"L'importante non è la meta , ma il cammino". In questo modo(bisognerebbe sensibilizzare tutti a partire dai ragazzi delle elementari) che la Sardegna, è adatta , come Santiago di Compostela, a questo tipo di cammino che fa bene al fisico e alla mente. certamente ci vuole molta forza di volontà. Ma è molto economico e soprattutto s'impara a riscoprire le bellezze di quest'isola che come diceva Marcello serra "...è quasi un continente..." Ho fatto tante volte itinerari di 13 giorni , o di una settimana , a tappe intorno alla sardegna ,costa -costa- oppure sempre in Cinquecento all'interno dei paesetti delle varie zone della Sardegna suklcis-iglesiente, Campidano -Marghine-La Nurra, Baronia-Ogliastra-Sarrabus ecc, ma a piedi non mai sperimentato questa emozione....ho 65 anni ma chissà ho ancora molta forza e soprattutto molto tempo....sarebbe una nuova e bellissima esperienza ,sana e culturalmente molto utile

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Andrea Vitiello · ITN Nautico carloforte
gli amici del cammino di santu jacu sono a disposizione per qualsiasi cosa,visitate il nostro sito www.camminando.eu nei cammini italiani troverete tutto sul cammino sardo e le mail alle quali scriverci per avere dettagli maggiori,sara' un piacere esservi di aiuto
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