Milano, 11 lug. (Adnkronos Salute) - La crisi non risparmia neanche i bebè.

Milano, 11 lug. (Adnkronos Salute) - La crisi non risparmia neanche i bebè. Nell'era dell'austerity papà e mamma alle prese con bilanci familiari sempre più a rischio rosso, tagliano dove possono. E i risparmi investono anche le spese per la salute dei più piccoli. Tanto che oggi l'80% dei genitori di bambini e ragazzi fra zero e 14 anni (8,3 milioni secondo l'Istat) ammette di avere difficoltà economiche a garantire cure sanitarie e assistenziali adeguate ai propri figli, limitandole allo stretto necessario anche per ciò che riguarda quelle primarie. Oltre la metà (54%) limita i controlli diagnostici e specialistici, e il 60% tenta di sforbiciare anche le spese alimentari anticipando lo svezzamento per risparmiare. E' la foto di un'Italia che tira la cinghia, scattata da due indagini parallele, condotte su 600 pediatri di famiglia e 1000 genitori di tutta Italia, diffuse oggi a Milano in occasione della giornata di presentazione di Paidòss, il nuovo Osservatorio nazionale sulla salute dell'infanzia e dell'adolescenza (www.paidoss.it), nato da un'iniziativa di Giuseppe Mele, presidente uscente della Fimp (Federazione italiana medici pediatri). Sul fronte dei pediatri, invece, l'8% dei camici bianchi teme un calo delle vaccinazioni, e un altro 8% un taglio delle forniture di farmaci e alimenti dedicati soprattutto alle malattie rare, e ancora ripercussioni sull'incremento delle malattie infettive (7%) e sullo sviluppo di disturbi comportamentali e psichiatrici sempre più frequenti (4%). Se la crisi morde si guarda anche al prezzo del latte artificiale (il 55% sceglie quello più economico e non segue solo il consiglio del pediatra), e pur di far quadrare i conti il 35% limita il 'baby food'. Cresce l'allarme fra gli addetti ai lavori, che con la crisi temono anche una riduzione dei servizi di assistenza per i bimbi con patologie croniche e una diminuzione degli accessi ambulatoriali e delle visite specialistiche necessarie. L'osservatorio Paidòss nasce anche per monitorare questa situazione. All'iniziativa hanno aderito anche due ex ministri della Salute, Ferruccio Fazio e Livia Turco, e l'ex sottosegretario Francesca Martini, Anna Serafini, responsabile del Forum infanzia e adolescenza. "Siamo di fronte a una situazione che si profila allarmante - spiega il presidente di Paidòss, Giuseppe Mele - denunciata da 600 pediatri di famiglia di lunga esperienza. L'indagine, che ha coinvolto il Paese da Nord a Sud, conferma un disagio economico per le famiglie, avvertito nel 90% dei casi (19% molto, 71% abbastanza) in misura maggiore rispetto al passato e sintomo di prospettive poco tranquillizzanti per il futuro. Anche la prevenzione nel suo complesso registra una battuta d'arresto. L'accesso ai servizi socio-sanitari si sta riducendo anche e soprattutto per i minori affetti da malattie croniche, disabili, adolescenti con dipendenze e per tutti i 720 mila minori che in Italia vivono in povertà assoluta". Fra le iniziative di Paidòss, continua, "cercheremo di fornire alle famiglie un progetto per superare questo periodo con consigli utili in grado di considerare la salute dei figli in un periodo di crisi". Secondo i pediatri intervistati, la crisi comporterà una riduzione nei servizi di assistenza per le malattie croniche (19%) e nella possibilità di accedere a visite specialistiche non erogate dal sistema sanitario nazionale (16%) o ad ambulatori soggetti al pagamento di ticket (15%). Si teme un peggioramento delle condizioni igienico-sanitarie in età pediatrica nel 10% dei casi, ma anche ripercussioni sull'assunzione crescente di scorrette abitudini alimentari (7%). Dal canto loro i genitori, con pari intensità nelle diverse Regioni, lamentano il 'caro-bebè': costi elevati per tutto ciò che serve ai figli più piccoli. E così i pannolini sono giudicati una spesa alta dal 57% di mamme e papà, che in questo momento considerano pesanti per le proprie tasche anche apparecchi per i denti (37%), occhiali (25%) e correttori ortopedici come scarpe e plantari (21%). Eppure restano per ora poco adottate strategie di risparmio come gli acquisti on-line (25,3%) o di gruppo (5,7%).Milano, 11 lug. (Adnkronos Salute) - La crisi non risparmia neanche i bebè. Nell'era dell'austerity papà e mamma alle prese con bilanci familiari sempre più a rischio rosso, tagliano dove possono. E i risparmi investono anche le spese per la salute dei più piccoli. Tanto che oggi l'80% dei genitori di bambini e ragazzi fra zero e 14 anni (8,3 milioni secondo l'Istat) ammette di avere difficoltà economiche a garantire cure sanitarie e assistenziali adeguate ai propri figli, limitandole allo stretto necessario anche per ciò che riguarda quelle primarie. Oltre la metà (54%) limita i controlli diagnostici e specialistici, e il 60% tenta di sforbiciare anche le spese alimentari anticipando lo svezzamento per risparmiare. E' la foto di un'Italia che tira la cinghia, scattata da due indagini parallele, condotte su 600 pediatri di famiglia e 1000 genitori di tutta Italia, diffuse oggi a Milano in occasione della giornata di presentazione di Paidòss, il nuovo Osservatorio nazionale sulla salute dell'infanzia e dell'adolescenza (www.paidoss.it), nato da un'iniziativa di Giuseppe Mele, presidente uscente della Fimp (Federazione italiana medici pediatri). Sul fronte dei pediatri, invece, l'8% dei camici bianchi teme un calo delle vaccinazioni, e un altro 8% un taglio delle forniture di farmaci e alimenti dedicati soprattutto alle malattie rare, e ancora ripercussioni sull'incremento delle malattie infettive (7%) e sullo sviluppo di disturbi comportamentali e psichiatrici sempre più frequenti (4%). Se la crisi morde si guarda anche al prezzo del latte artificiale (il 55% sceglie quello più economico e non segue solo il consiglio del pediatra), e pur di far quadrare i conti il 35% limita il 'baby food'. Cresce l'allarme fra gli addetti ai lavori, che con la crisi temono anche una riduzione dei servizi di assistenza per i bimbi con patologie croniche e una diminuzione degli accessi ambulatoriali e delle visite specialistiche necessarie. L'osservatorio Paidòss nasce anche per monitorare questa situazione. All'iniziativa hanno aderito anche due ex ministri della Salute, Ferruccio Fazio e Livia Turco, e l'ex sottosegretario Francesca Martini, Anna Serafini, responsabile del Forum infanzia e adolescenza. "Siamo di fronte a una situazione che si profila allarmante - spiega il presidente di Paidòss, Giuseppe Mele - denunciata da 600 pediatri di famiglia di lunga esperienza. L'indagine, che ha coinvolto il Paese da Nord a Sud, conferma un disagio economico per le famiglie, avvertito nel 90% dei casi (19% molto, 71% abbastanza) in misura maggiore rispetto al passato e sintomo di prospettive poco tranquillizzanti per il futuro. Anche la prevenzione nel suo complesso registra una battuta d'arresto. L'accesso ai servizi socio-sanitari si sta riducendo anche e soprattutto per i minori affetti da malattie croniche, disabili, adolescenti con dipendenze e per tutti i 720 mila minori che in Italia vivono in povertà assoluta". Fra le iniziative di Paidòss, continua, "cercheremo di fornire alle famiglie un progetto per superare questo periodo con consigli utili in grado di considerare la salute dei figli in un periodo di crisi". Secondo i pediatri intervistati, la crisi comporterà una riduzione nei servizi di assistenza per le malattie croniche (19%) e nella possibilità di accedere a visite specialistiche non erogate dal sistema sanitario nazionale (16%) o ad ambulatori soggetti al pagamento di ticket (15%). Si teme un peggioramento delle condizioni igienico-sanitarie in età pediatrica nel 10% dei casi, ma anche ripercussioni sull'assunzione crescente di scorrette abitudini alimentari (7%). Dal canto loro i genitori, con pari intensità nelle diverse Regioni, lamentano il 'caro-bebè': costi elevati per tutto ciò che serve ai figli più piccoli. E così i pannolini sono giudicati una spesa alta dal 57% di mamme e papà, che in questo momento considerano pesanti per le proprie tasche anche apparecchi per i denti (37%), occhiali (25%) e correttori ortopedici come scarpe e plantari (21%). Eppure restano per ora poco adottate strategie di risparmio come gli acquisti on-line (25,3%) o di gruppo (5,7%).

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