Sulcis. Il coro dell’Italietta perbene: “Protesta troppo teatrale”






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Sulcis. Il coro dell’Italietta perbene:“Protesta troppo teatrale”

Ma guarda un po’ qual è il vero problema: non piace l’estetica della loro protesta. Non piace chi si tagliuzza, irrita chi ricorda la quantità di esplosivo che è là sotto. Le proteste noi le vogliamo tranquille, silenziose, non disturbanti, non innervosenti. Che non attentino alla nostra serenità, non gettino discredito sulle istituzioni, non producano danni, non impediscano il normale svolgimento della vita pubblica e privata di alcuno, non offendano, non facciano nemmeno pensare. Le vogliamo così da un pezzo. Oggi, una novità: devono anche essere molto, molto discrete sotto il profilo “visivo” e “auditivo”. Nulla deve essere detto che possa agitarci. Nulla deve essere fatto (neppure a sé stessi) che possa procurarci il minimo moto di fastidio. Che cadute di stile, questi minatori. Roba da farci andar via l’appetito e farci rinunciare al dessert.
La confusione tra vita reale, sua rappresentazione e comunicazione è diventata massima, pericolosa, malata. La preoccupazione per le “modalità” e per “l’estetica” della rappresentazione serve soltanto a deviare l’attenzione, a non affrontare la realtà. Ci sono là sotto persone in condizioni terrificanti. La loro salute e la loro vita, prima ancora del loro futuro, sono in gioco. Qui e ora. Ma noi ragioniamo su quanto siano o meno capaci di dare alla loro lotta un look mediatico che ci appaia attraente. P.s. Un amico mi ha ricordato Lamberto Sposini che mangiò il pollo in diretta al Tg per dimostrare che non c’era da temere l’aviaria. Fu criticato molto meno dei minatori. Anzi, la sua fu considerata una trovata mediaticamente “vincente”.

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