addio Paolo Braschi

Dedicate  ad un amico 


 ( in realtà era un conoscente , ma un che ti capisce e comprende come aveva fatto lui ,per me è un amico ) da poco scomparso...Ciao..Paolo Braschi.
(A).  te  da  quel che ho letto in rete   cercando  news  su  di  te  , quando mi diedi l'amicizia \  contatto su facebook , perchè era un nome  che avevo già sentito  leggendo   libri sulla strage di piazza fontana ,  che la durezza del carcere l'hai provata sulla tua pelle..innocente come tanti altri compagni..per la tua e la nostra idea di libertà e giustizia sociale...!! di cui apprendo ora dala sua bacheca di fb della sua morte avvenuta il 27 maggio in un incidente stradale . Infatti , ritornando con le lacrime a gli occhi a quanto dicevo prima , era l'unico del circolo strage di stato che aveva capito che la mia provocazione sul libro di P.Cuchiarelli ( vedere  archivio   blog per  l'intervista  a Paolo    )  il quale  pur contendo molte cose utili come punto  di partenza  per  un nuovo studio  e ricerca della verità su piazza  fontana  ma sbagliando su Pinelli e  Valpreda  ( vedere url nel post intervista   a Paolo )  in piaza fontana ci furono due bombe ma non fu anarchica , ma fu dei servizi o di un altro gruppo fascista fatto passare per il tipo di esplosivo che usavano gli anarchici nel '800 e 900 ) non era di quelle fasciste e poliziesche , ma era solo per scatenare un dibattito . ed era l'unico dei circolo che aveva replicato sul mio blog .  Non riuscendo più  a scrivere  per le lacrime  lascio la  parola  al comunicato http://stragedistato.wordpress.com/
La morte improvvisa del compagno Paolo Braschi – uno dei fondatori dell’Associazione Pietro Valpreda. Gli anarchici per la verità sulle stragi – ci lascia sconvolti e attoniti nel nostro dolore.
Piangiamo la perdita di un amico, un compagno, un fratello che con coerenza mai si era pentito della sua scelta di lotta per la libertà e per una società di eguali, scelta che da ragazzo gli era costata lunghi anni di carcere.
Altri, sicuramente, scriveranno di questa sua scelta di vita e del come e perchè finì vittima della prima tappa della strategia stragista dello stato.
Noi vogliamo ricordare il Paolo di oggi, quello sempre pronto ad accorrere quando chiamato a testimoniare della sua storia di repressione subita e a partecipare ad ogni manifestazione di rinascita di lotte dal basso.
Con Paolo da molti mesi stavamo portando avanti il progetto dell’associazione e quello di chiarificazione all’interno del movimento anarchico su quelli che erano stati i nostri percorsi e le nostre storie che tra loro si intrecciavano, inscindilmente, attraverso la provocazione e la strategia terrorista e stragista che voleva Pinelli e Valpreda colpevoli dei delitti che lo stato stava compiendo.
Con lui stavamo lavorando perchè la nostra storia, le nostre testimonianze divenissero partimonio comune e perchè venissero cancellate una volta per tutte le “dicerie”, i luoghi comuni e fantasie che anche alcuni anarchici avevano contribuito a creare su di noi.
Paolo si indignava quando parlava di queste cose, perchè sentiva quelle menzogne ancora bruciargli sulla pelle. Non capiva perchè dei compagni avessero avallato la sporca teoria che lui fosse stato l’amante della squilibrata Zublema, donna al servizio del commissario Calabresi e dell’Ufficio Affari Riservati, che era stata la “supertestimone” al loro processo e che, come oggi sappiamo, era stata probabilmente usata per coprire le “informative” dell’infame Enrico Rovelli, l’anarchico che si era venduto prima alla squadra politica di Milano e poi anche agli Affari Riservati col nome in codice di Anna Bolena.
Si indignava e non capiva, come non capiamo noi, perchè il movimento anarchico nel suo insieme ancora non si sia impegnato come dovuto di fronte al tentativo di riscrittura della storia portato avanti in questi anni da squallidi personaggi come il velinaro Paolo Cucchiarelli o dai più “raffinati” fautori della verità bipartisan di stato, come quella del regista Giordana.
Nessuno potrà colmare il vuoto che la sua testimonianza e il suo racconto potevano aiutarci a riempire. Abbiamo perso un pezzo della nostra memoria, abbiamo perduto un pezzo di noi. La sua umanità, la sua coerenza, rimarranno per sempre con noi, nei nostri cuori, e ci saranno da sprone per continuare la nosta lotta e portare avanti il lavoro comune che avevamo iniziato.
Ciao, Paolo.
Associazione Pietro Valpreda. Gli anarchici per la verità sulle stragi
Abbiamo chiesto a Lello Valitutti, compagno di Milano, di scrivere du righe su Paolo:
Quando mi hanno detto che Paolo sarebbe morto a breve non ci ho creduto, quando mi hanno detto che era morto, dopo un attimo di sgomento, ho continuato a non crederci e mentre scrivo queste righe non ci credo.
Ho conosciuto il compagno, l’amico, il fratello Paolo alla fine degli anni ’60: un’epoca di lotte, di dure repressioni, ma anche di grandi sogni, di grandi speranze, di grandi entusiasmi.
In quegli anni, fra compagni anarchici si creavano rapporti di fratellanza e di solidarietà, che veramente anticipavano i rapporti del futuro, con Paolo abbiamo assaporato il profumo di quello che sarà quando l’anarchia avrà vinto.
Quei rapporti non si sono mai interrotti e quando ci siamo reincontrati dopo oltre 40 anni è stato come ci fossimo visti il giorno prima.
Paolo un compagno vero, un anarchico vero, deciso quando serviva, tenace nel sopportare con coraggio galere e calunnie, saggio e sagace nel consigliarti, ma sempre vivace, allegro e ottimista: una di quelle persone speciali alle quali la violenza dello stato non è riuscita a togliere la straordinaria dolcezza.
Paolo è morto? Non diciamo sciocchezze! Paolo vive con noi, Paolo sarà sempre con noi, Paolo continuerà ad aiutarci, a lottare con noi, Paolo continuerà a darci coraggio, forza, allegria e ottimismo.
Paolo vivrà sempre nei nostri sorrisi e nei nostri cuori
Pasquale “Lello” Valitutti
Roma, 27/05/2012

Commenti

Post popolari in questo blog

MA CHE C’ENTRANO QUESTI CODARDI CON NOI?

"Meglio in cella che testimone senza scorta" Ex pentito della banda di Is Mirrionis ruba un furgone e si autodenuncia in questura

la canzone preghiera dei cugini di campagna racconta di Jole ed Ettore, i fidanzatini sassaresi lei morì di leucemia, lui si uccise