Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
per falcone e borsellino disertiamo le celebrazioni uffficiali fatte da chi prima le attaccavano e celebriamoli noi [ Quando i paladini dell’antimafia (Idv) calunniavano Falcone
E già gli ipocriti e sciacalli , leggete sotto , che prima ( soprattutto il primo ) avevano gettato merda fango su Falcone e ora come se niente fosse , con <<in un tripudio di tromboni \auspicava democrazia \ con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni >> ( citazione di .... indovinatelo voi ) , anzichè andare a nascondersi e rimanere in silenzio si presta a celebrarlo e osannarlo
Leoluca Orlando “l’intransigente”, “paladino dell’antimafia”, portavoce nazionale di Italia dei Valori, faceva la guerra a Giovanni Falcone. E non è l’unico esponente dell’attuale centro-sinistra ad avere lanciato accuse intimidatorie ed anche calunnie al magistrato ucciso a Capaci il 23 maggio 1992. Un video che sta girando su internet mostra come gli auto-referenziatisi “paladini dell’antimafia” ora schierati con il centro-sinistra trattavano Falcone da vivo. Gravissime le accuse che Orlando muoveva a Falcone: addirittura è stato capace di ipotizzare che Falcone “tenesse chiusi nei cassetti una serie di documenti riguardanti omicidi eccellenti di mafia”. Proteggeva talmente i mafiosi, Giovanni Falcone, che è stato fatto fuori dalla Mafia. Leoluca Orlando ha fatto invece carriera politica, passando dalla Dc alla Rete, per poi finire nella Margherita, litigare con Rutelli ed avvicinarsi ad Italia dei Valori. Proposto come presidente della Commissione vigilanza Rai, si sarebbe fatto garante di un giornalismo fazioso che spesso l’ha protetto, mantenendo la sua immagine di ”duro e puro”. Come quella volta che, da Santoro, Claudio Martelli ha fatto appena in tempo a rivelare i motivi per cui lo stesso Orlando facesse la guerra a Falcone. Subito stoppato dall’irreprensibile Santoro che s’è affrettato a cercare di confutare le affermazione di Martelli e poi a cambiare discorso. Vale la pena riportare il dialogo, particolarmente significativo:
MARTELLI: Perché Falcone accetta il mio invito di fare Il Direttore degli Affari Penali al Ministero (…..) Falcone venne a lavorare per il governo perché l’aria per lui a Palermo si era fatta irrespirabile.
SANTORO: Ha paura di essere ucciso.
MARTELLI: Per le accuse di Orlando e perché Giammanco, nuovo capo della Procura, praticamente non gli faceva più vedere le carte.
SANTORO: Gli hanno fatto la bomba altro che Orlando (eh già, altro che Orlando n.d.r).
MARTELLI: Perché Orlando ce l’ha con Falcone? Perché Falcone aveva riarrestato Ciancimino con l’accusa che Ciancimino era tornato a fare affari e appalti con il sindaco Leoluca Orlando Cascio. Da questo nasce la rottura tra Orlando e Falcone, questo lo depone Falcone al Csm, lo racconta per filo e per segno e non va dimenticato!!
SANTORO: facciamo una cosa, no scusate un attimo solo, so che parlereste fino a domani mattina però, allora Beatrice introduciamo un attimo questa storia di Ambrosoli (…). (fine del discorso n.d.r).
Troppo tardi, Santoro. Martelli ha fatto in tempo a dire ciò che il presentatore non voleva fosse detto, con ogni evidenza.
D’altra parte, che Leoluca Orlando non sia quel “cavaliere senza macchia” che i media vogliono far credere è chiaro pure dai procedimenti penali a suo carico. Indagato nel ’95 per l’appalto concesso alla Sispi e per il restauro del Teatro Massimo, accusato nel ’96 di corruzione aggravata dal pentito Tullio Cannella, senza però alcun seguito giudiziario, è stato condannato in via definitiva nel 2005 per diffamazione aggravata nei confronti dei consiglieri comunali di Sciacca che nel 1999 avevano sfiduciato il sindaco Ignazio Messina, definiti da Orlando “collusi con la mafia”. A quanto pare non era vero.
Purtroppo Falcone è stato ucciso prima di andare fino in fondo alla questione Ciancimino-Orlando, ma in giorni in cui torna di moda il nome “Ciancimino” vale la pena ricordare com’era trattato Falcone da vivo da certi “paladini della giustizia”.
propongo non solo di celebrarlo da soli ma , OVVIAMENTE SONO PROVOCATORIO ( onde a essere frainteso ed etichettato ),facciamo cosi come fecero a funerali di falcone
dalla nuova sardegna del 17\10\2011 di Paolo Matteo Meglio le manette ai polsi, piuttosto che una pallottola in testa. Così l’altra sera ha preferito farsi arrestare dando vita a una sorta di sceneggiata: ha rubato un furgone nel cuore della città di Eleonora, poi ha raggiunto la questura e si è autodenunciato. In verità ci aveva provato anche poco prima, confessando un furto (900 euro) messo a segno nel Lazio. Ma non è stato creduto. Così ha optato per il furgone. Il motivo del suo singolare gesto? Eccolo: finire in carcere, piuttosto che varcare da solo i cancelli del palazzo di giustizia di Cagliari. Dove dovrà presentarsi la mattina di mercoledì 22 in veste di testimone in un processo già fissato. Processo al quale voleva andare solo se scortato dalla polizia penitenziaria. Con buona ragione, tenuto conto che il protagonista di questo episodio un po’ kafkiano è Carlo Dessì, 54 anni, cagliaritano doc, malavitoso di lungo corso e forse uno dei pentiti della prima
Aveva ragione de Gregori quando cantava : un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memoria una storia d'altri tempi, di prima del motore quando si correva per rabbia o per amore ma fra rabbia ed amore il distacco già cresce ( da il bandito e il campione qui il resto del testo ) da http://blog.leiweb.it/novella2000/2012/07/09/ di Daniela Groppuso , 9 luglio 2012 - 18:24 in Vip Tv , Visti in tv Luce Caponegro ( Selen ) e Sara Tommasi Percorsi invertiti, destini che si incrociano. Luce Caponegro, in arte Selen, ex pornostar in auge negli anni ’90, si è sposata ieri. Lo ha fatto in chiesa con un vaporoso abito bianco, come tradizione impone. Una scelta che ha fatto storcere il naso a molti, indignati perché fa strano, perché “oddio, una pornostar in chiesa”, perché l’abito bianco è simbolo di purezza e illibatezza, che non sono proprio una peculiarità dell’hard core. In realtà tut
https://www.cuginidicampagna.com/portfolio-item/preghiera/ Una storia drammatica ma piena di Amore.Proprio come dice la canzone Una storia come dicono , molti , molto commovente. Un amore simile in questi nuovi tempi non si trova più. <iframe width="982" height="721" src="https://www.youtube.com/embed/Q5GbSD_twBc" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen></iframe> nuova sardegna 18 AGOSTO 2020 Era il 17 agosto 1975, il Corriere della Sera due giorni dopo dedicò una pagina alla tristissima storia, il cantante Ivano Michetti dei Cugini di campagna scrisse "Preghiera" LUIGI SORIGA SASSARI. Lui si chiamava Ettore Angioy, aveva 18 anni, era un ragazzone atletico e innamorato, con le gambe da terzino e la testa di un fantasista d’altri tempi. Lei si chiamava Jole Ruzzini, era sportiva, di una spensieratezza contagiosa, b
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