Done s-velate

A causa dell'incalzare di notizie sempre più terribili, la faccenda è passata in secondo  o ultimo piano, ma di tanto in tanto ci si imbatte in un servizio o un trafiletto che parlano delle donne velate, del chador, del burka. Certo, nulla a che vedere col chiasso mediatico di qualche anni fa sulle "donne di Kabul", improvvisamente scomparse sotto un tetro burka con una grata davanti agli occhi, quando liberarle dalla schiavitù del velo sembrava di vitale importanza per tutto l'Occidente.


                                            


Ma chissà se è proprio così. Ricordo un'intervista con Afef (la ricciolona Tunisina, moglie di Tronchetti Provera), in cui la fascinosa sosteneva che il velo è un'usanza normale del contesto islamico e che le vere vittime sono le donne occidentali, costrette a mostrarsi carine e ben truccate, schiave dei canoni di bellezza imperanti, nulla più che donne-oggetto.


Afef dimostra orgoglio accanito e difesa a oltranza delle proprie radici culturali oppure siamo noi che ricadiamo nel consolidato Eurocentrismo, convinti che la nostra sia la migliore delle civiltà possibili?


(Giusi Vanella)


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