Senza titolo 1139

La Catena di San Libero n. 379
31 dicembre 2008
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Piombo Fuso

E Hitler, giù al'inferno, ride.




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Pippo Fava, i giovani e il dopo-Ciancio

Gli amici di Ciancio? Siamo noi. Facciamo ottimi siti, giornaletti e giornali, avremmo le forze per fare un'informazione non inferiore alla sua (specie ora che c'è internet), ma ci ostiniamo a restare ognuno per sé, senza osar fare il salto di qualità, il “tutti insieme” che ci consentirebbe di cambiare Catania da così a così

Stiamo dando una mano a Ciancio. Chi? Noi qui, intanto: e poi tutti gli altri giornali giornaletti siti e contrositi “alternativi” di Catania. Che sono tanti, in realtà, e ancora ne vengono fuori. “C'è spazio per tutti”, dice qualcuno.

Ecco, il problema forse è proprio questo. Di spazio ce n'é quanto ne vogliamo, se ci contentiamo - e ci contentiamo - di essere la nicchia “contro”, la “voce alternativa” e tutto il resto. Invece ce n'è di meno, o almeno bisogna conquistarselo a caro prezzo, se l'idea è di fare alternativa davvero, cioè di raggiungere e superare il peso di Ciancio nell'informazione catanese.
Ma questo è un obiettivo che, giorno dopo giorno, ormai nessuno si pone più. Se l'era posto Giuseppe Fava, e poi i suoi continuatori fino al tentativo di quotidiano nel '93. Da allora, tanta generosità ma anche tanta implicita rassegnazione.

Giornali e siti sono venuti avanti più per testimonianza che sperando di farcela davvero. Coraggiosi tutti, e spesso anche di buon livello; a volte anche di prestigio nazionale, come Casablanca. Ma con un minoritarismo d fondo, ormai profondamente introiettato.
E questo, naturalmente, ha generato a sua volta tutta un'ideologia, e dei comportamenti conseguenti. Ciascuno ha fatto per sé, considerandosi di fatto autosufficiente. Casablanca è stata lasciata affogare - ed era costata sacrifici terribili, soprattutto a Graziella Proto - nella più scettica indifferenza.
Non s'è mai stabilito un rapporto qualunque, e neanche in generale ci si è provato, fra testate del web e testate stampate. Non c'è mai stato coordinamento, e quel poco s'è dissolto subito, coi videomakers che per un momento sono stati la cosa più interessante della Sicilia. Le inchieste sono state condotte quasi sempre separatamente e si potrebbe dire anche, a volte, con gelosia.

Ci sono responsabilità precise, nomi e cognomi, in tutto questo. Ma non hanno importanza. Non è importante sapere se era Toro Seduto che non voleva mettersi d'accordo con Nuvola Rossa o viceversa. Importante, e catastrofica, era la cultura diffusa per cui ciascuna tribù si difende la sua valle, e al diavolo tutto il resto. Un solo errore, semplice e condiviso da tutti: ed è bastato.
Basterà anche qui, se non ci diamo una mossa. Bisogna integrare subito le varie testate e i siti - oppure chiuderle tutte subito, ché non servono a niente.

C'è stato un fattore importante, quest'anno, anche se quasi nessuno se n'è accorto. Ed è che il baricentro dell'informazione “altra” s'è spostato, con la Periferica e i Cordai, nei quartieri. In entrambi i casi, supportato e accompagnato da una serie di attività concrete di base, di intervento sociale, da un circuito virtuoso, di mutuo rafforzamento, che può diventare modello dappertutto.
Ecco, di questo vorremmo parlare quando si parla di Giuseppe Fava. Non servono a molto le commemorazioni, e neanche le presenze occasionali, di nostalgia (il gruppo “storico” dei Siciliani, salvo poche eccezioni, manca ormai da Catania da molti anni: e non è solo un'assenza fisica). No, qui c'è proprio da mettersi a lavorare professionalmente, e tutti insieme.
L'esperienza dei Siciliani, a partire da Giuseppe Fava ma anche dopo, ha mostrato che con organizzazione e volontà si possono ottenere dei risultati. Io penso che è il momento di riprovare. Catania, fra le sue tante disgrazie, ha sempre avuto - almeno - una buona minoranza di giovani non banali. Questo potrebbe riessere un momento loro.

("Ma che c'entro io, che sono di Milano, con tutto questo?". Beh. Credi di essere ancora di Milano ma in realtà, se ci rifletti bene, sei catanese anche tu. Tutta l'Italia è diventata una grande Catania, purtroppo).

Info: incontro il 5 gennaio alle 20.30 a Catania (a CittaInsieme), con Periferica, Cordai, Step1, UCuntu, Casablanca, Catania Possibile, altri gruppi locali e Liberainformazione.

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Notizia, a pensarci bene, correlata

Usa. Internet (40 per cento) batte i giornali di carta (30 per cento) come prima fonte d'informazione (40 per cento contro 30 per cento). Fra i giovani 18-29 anni internet raggunge anche la televisione.
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Internet sotto tiro

Uno dei settori che sfidano la crisi a testa alta è quello dei videogiochi: la gente vuole distrarsi e staccare la spina, ma il cinema e i ristoranti sono troppo costosi e quindi si resta in casa per sparare agli alieni e vivere avventure da film con grafica 3D. E' per questo che il sogno di molte famiglie statunitensi è quello di mettere un piede in questa industria da miliardi di dollari, magari iscrivendo il figlio al DigiPen Institute of Tecnology, un college che svolge il ruolo di "incubatrice specializzata" per formare i programmatori di videogiochi della nuova generazione. Ma cosa succede se mentre studi diventi bravo e famoso?

Lo ha scoperto a proprie spese Zachary Aikman, un ex studente dell'istituto che aveva realizzato tra i banchi di scuola Synaesthete, un videogioco "sparatutto" in cui bisogna eliminare degli alieni seguendo il ritmo della musica di sottofondo, premiato come miglior gioco prodotto da studenti nell'edizione 2008 dell' "Independent Games Festival". Ma quando ha provato a far soldi con la sua creatura, Zach ha scoperto che le regole scolastiche sottraggono agli studenti ogni diritto sui lavori "realizzati all'interno dell'istituto". Il ragazzo prodigio racconta che "la scuola aveva il copyright sulla grafica e i programmi che avevo scritto, ma non si può mettere sotto copyright una modalità di gioco. Così dopo gli studi ho cominciato a organizzarmi per prendere l'idea del gioco e riprogrammarlo a partire da zero". Ma questo non è stato abbastanza per l'istituto Digipen, che ha rifiutato ogni proposta di accordo con lo studente e gli ha proibito ogni possibile commercializzazione delle sue idee intrappolate nella gabbia del copyright.

Mentre sulla "frontiera digitale" statunitense si prova a risolvere questi problemi, a casa nostra si preparano altri disastri figli dell'ignoranza, con leggi sempre più repressive che limitano l'attività dei blogger e lo scambio di cultura in rete. Una recente dichiarazione del premier ha fatto venire i brividi al popolo della rete: "Credo che al prossimo G8 si possa portare sul tavolo la proposta di una regolamentazione del sistema internet. Credo che ci possa essere questa prospettiva internazionale in cui noi possiamo portarci come avanguardia di queste nuove tecnologie che ormai sono il futuro del mondo".

La risposta a questo decisionismo è arrivata dallo stesso Berlusconi, trascinato su Youtube dagli utenti che hanno riesumato dalle ceneri della campagna elettorale un video in cui il premier si descrive come "un anziano signore che ancora scrive a penna tutti i suoi interventi e anche quelli che scrive per gli altri" e a chi gli fa domande su internet confessa "una conoscenza del mezzo che francamente non ho. Io uso il computer e internet - proseguì Berlusconi - ma lo usano soprattutto i miei collaboratori. Mi sa che hanno ragione loro quando dicono che sono troppo vecchio per governare un paese moderno". E per una volta, possiamo dargli anche ragione.
[carlo gubitosa]
Bookmark: www.giornalismi.info/gubi

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Incontro di civiltà

Viagra ai capi afghani che collaborano. La ricompensa offerta dagli agenti della Cia al posto del denaro, in quanto soddisferebbe di più gli anziani capitribù che reggono quel paese.

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Sgarbi

Non ne so granché. L'ho scoperto una dozzina d'anni fa che ero in ospedale e non avevo altro da fare che guardare la tv. Mi colpì il fatto che, essendo molto preso in quel che gridava (parlava, mi pare, del giudice Caselli), sbavava senza accorgersene, con la saliva rappresa agli angoli delle labbra. Mi dicono che ora è in là con gli anni e, come tutte le troie attempate, fa la virtuosa. Non è comunque personaggio da frequentare.

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Di questi tempi/ 1

Siete sicuri si essere ariani? Di origine germanica? O scandinava, magari? Potete stabilirlo con un semplice test rivolgendovi alla IGenea GmbH, Schlossgasse 9, 8023 Zürich
"Wer waren unsere Vorfahren? Woher stammen wir? Die meisten Menschen können ihren Stammbaum höchstens drei oder vier Generationen zurückverfolgen. Dank der Erbgut-Analyse ist aber ein Blick in längst vergangene Jahrtausende möglich...". E‘ sufficiente un campione di saliva per stabilire le vostre origini in linea sia materna sia paterna. Dopo il test del vostro DNA riceverete il vostro risultato dettagliato contenente il vostro popolo originario, il vostra paese di origini ed il vostro aplogruppo. Il risultato contiene cartine e delucidazioni.
Bookmark: http://www.igenea.com/

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Di questi tempi/ 2

Sono 315 le ordinanze emesse nel corso del 2008 dai sindaci, in 152 comuni, in materia di sicurezza urbana. Riguardano gli alcoolici (13,8%), la prostituzione (11,7%), i rifiuti (10,7%), e poi i lavavetri, gli ambulanti, gli abusivi e sospetti (tutto il resto). Particolare curioso: sono stati quattro sindaci di centrosinistra (Cacciari, Cofferati, Chiamparino e Domenici) i primi a utilizzare i poteri di ordinanza decisi dalladestra.

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Brevi di cronaca

Milano. Tassista fatto di coca punta col taxi e investe due marocchini in via Sammartini, spaccando ambe le gambe a uno dei due. L'investitore è rimasto a piede libero.

Gela. Venticinquenne atteso fuori dalla discoteca e pestato a sangue per avere involontariamente pestato un piede a un tizio ballando nel locale. E' in coma con trauma cranico all'ospedale.

Roma. Madre e figlio rumeni, trentadue e tre anni, carbonizzati in baracca per un fuoco acceso male. Faceva un freddo molto rigido. Stupore di cittadini e politici per il fatto che a Roma ci sia ancora gente che vive così. Promessi, o minacciati, provvedimenti.

Siracusa. Polacca 53enne crepa di freddo in una grotta ad Acradina, a poca distanza dalle monumentali rovine degli antichi greci e dall'altrettanto monumentale santuario della Madonnina Buona di Siracusa.

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Notizie censurate in Sicilia/ 1

Catania. Raffaele Nicotra, sindaco (Pdl) di Acicatena in provincia di Catania è stato presidente del consorzio che si dovrebbe occupare dei beni confiscati alla mafia. Otto anni fa, nel dicembre 2001, Nicotra (allora deputato del Nuovo Psi) era però indagato per voto di scambio con mafiosi, nel quadro di un'operazione che comprendeva il candidato Ds (scelto da chissà chi) ad Acireale Vittorio Cecchi Gori, l'allora sindaco di Acireale Antonino Nicotra (Ccd), l'assessore Giovanni Rapisarda (Fi), e il capo dei tifosi ultras dell'Acireale, tale Giuseppe Quattrocchi. Si auspica che le frequentazioni di Nicotra si siano, nel frattempo, raffinate.

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Notizie censurate in Sicilia/ 2

Marsala. Dopo una serie di traversìe, il proprietario dell'Ittica Mediterranea è stato dichiarato falllito. Come curatore fallimentare, il tribunale ha nominato un avvocato Francesco Trapani, ch eperò cura anche gli interessi della principale ditta rivale, la Hedrix. Il curatore-rivale, nel determinare il valore dell'azienda dichiarata fallita, ha omesso di comprendere un condotto sottomarino di 400 metri, a suo tempo costato costato quasi un miliardo di lire. Per questa e altre irregolarità il proprietario della Mediterranea ha sollecitato un intervento della Procura di Marsala, dove però di è insediato da alcuni mesi un ex avversario (alcuni dicono nemico) di Falcone, il discusso magistrato Alberto Di Pisa.
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Cast

Alvaro Vitali, Renzo Rossi e Christian Di Pietro in "Noi speriamo che ce la caviamo". Regia di Marino Girolami. Manca Gloria Guidi.

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Pubblicità

L'unico calendario dichiaratamente porno (Gelli nudo in prima pagina). “Mamma il 2009! L’anno della Rinascita Democratica” è un calendario da tavolo che non disdegna l’armadio nazionale e i suoi scheletri obesi. Vignette di Roberto Grassilli, Marco Scalia, Nico Pillinini, Edoardo Baraldi, Mauro Biani, Makkox, PV, Mario Natangelo, LeleFante, Marco Pinna e Fifo, Zurum, Manlio3, Giulio Laurenzi. Pezzi demenzialmente liberatori di Alvise Spanò, Viscontessa, Andrea Frau. Si scarica gratis in rete.
Download: http://mamma.motime.com/post/736239/Il+Calendario+in+3+mosse

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O eleutheros

A quel ragazzo greco di cui i giornali parlano come "un anarchico" o "un estremista", che non ha un posto stabile cui rinunciare, che forse non sa chi era Onassis ma di Demos ha sentito parlare, che forse è piccolo e brutto ma assomiglia moltissimo a quelli di Maratona, che ora corre grida e tira sassi ma quasi sicuramente entro sei mesi sarà in galera: tirane uno anche per me, figliolo.

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Quei quattro cretini che hanno salvato la Scogliera

Lina Arena wrote:

< Gentile R. ti è possibile assumere informazioni sulle operazioni condotte a San Cristoforo dalla società Aqua Mrcia? Ti risulta il nominativo di chi ha comprato lo stabilimento della Mnifattura dei tabacchi in Catania? Conosci le modalità di intervento della Comunità europea per il rifacimento e la riappropriazione delle aree di San Cristoforo? Lo sai che i lavori della diga foranea sono in parte illegittimi? Lo sai che mi hanno incriminato per aver detto e scritto che lungo il demanio della Paia vi sono opere abusive? Credono ala Procura che basta un pezzo di carta chiamata concessione per aver le carte in regola e occupare pezzi di demanio costiero? Lo sai che la Tortuga era in possesso di una concessione ad edificare sugli scogli di Ognina grazie aun pezzo di carta che menzionava anche l'art.2 e 3 delle norme di attuazione del Piano regolatore che vietavano l'edificabilità nel tratto della Scogliera di Ognina? Se quattro cretini, residenti nella zona adiacente la proprietà demaniale della Tortuga, non avessero impugnato le concessioni ottenute dai signori Testa Tommaso e Carmelo, avremmo avuto un edificio sulla scogliera con il beneplacito di tutti, Procura della Repubblica compresa. Se si sono mossi ed abbiamo ottenuto ben tre sequestri delle opere edili si deve solo al coraggio di quei quattro residenti. Cari saluti >

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Un Paese senza

S. Gensabella wrote:

< Da qualche tempo mi chiedo perchè gli italiani sono così malati e soprattutto affetti da demenza senile tale da chiudere ogni passo verso il futuro, perchè la classe dirigente è così arrogante quanto corrotta e trasandata e nello stesso tempo antisismica, affetta da un morbo che pian piano ammorba tutti a tutti i livelli.
Io una risposta me la sono data, una risposta terra terra sia chiaro, ma comunque sia una risposta. Ho la sensazione che noi siamo in fondo estranei alla democrazia che abbiamo avuto in comodato d’uso semigratuito perché soggetta a vincoli che di fatto hanno impedito l’affermazione di una democrazia compiuta.
Noi siamo stati gli inventori del fascismo prima e del berlusconismo poi. Di questi due fenomeni abbiamo l’esclusiva. Non sarà un caso che alberga dentro il nostro corpo il primo e vero antistato, ancor prima della mafia, arrogantemente rappresentante in terra del Creatore in persona. Anche questa è una nostra esclusiva, e siamo a tre.
La nostra è una storia di aristocrazie e di poteri temporali di papi, re, duci, baroni, tribù e mafiosi mai decapitati e per questo sempre presenti anche se assenti. Noi non abbiamo avuto il 1789, la nostra storia fluisce senza soluzione di continuità dalla fondazione di Roma a oggi facendo mancare al nostro paese quel salto quantico necessario per dare una svolta alla Storia. Se devo proprio dirlo, la nostra è, semmai, una monarchia compiuta.
Noi siamo passati senza saperlo o volerlo ma fluidamente da una aristocrazia feudale parassitaria a una borghesia aristocratica altrettanto parassitaria anche se produttiva (un ossimoro?), rappresentata da una classe politica diventata ormai una vera e propria aristocrazia parassitaria, capace di tenere un popolo al guinzaglio attraverso la concessione del lavoro e l’erogazione di risorse pubbliche ai propri sodali con un ruolo decisivo (e qui ha ragione da vendere O.) delle mafie. Il tutto sotto uno strettissimo controllo delle persone come dei flussi di denaro attraverso un sistema blindato e inaccessibile che di tanto in tanto viene scalfito dalle inchieste giudiziarie che fanno solo un effetto mercurio: disgregano il sistema momentaneamente disperdendo molecole che in seguito piano piano tornano a riaggregarsi facendo sistema ancor più di prima >

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Evviva! Buon Anno!


Indio wrote:

< Cara Catena di San Libero, siamo alla vigilia di capodanno e mi sento fortunato. Nel 2007, infatti, proprio nel mese di dicembre, sono stato sequestrato e caricato di peso dentro una camionetta, picchiato e minacciato pesantemente da due carabinieri: un cc scelto e l'altro semplice. Non erano tutori della legge in quanto come da loro stessi dichiarato (è tutto registrato dalla videocamera che avevo in tasca) se ne fottono della legalità e ancora di più della giustizia. L' altro, il cc semplice, guidava la campagnola, non ha fatto niente per farlo smettere, anzi si è messo a minacciarmi pure lui. Ho chiesto un verbale, ho chiesto di esser portato in ospedale... ma come risposta ho ricevuto botte. Mi auguro che quelle minacce di portarmi in campagna e "farmi la festa", "se ti rivedo in giro ti spezzo le gambe" e altre ancora, non abbiano seguito.
A distanza di un anno, non mi resta che prendere atto di quello che è successo e andare avanti. Non sono il primo e non sarò l'ultimo. E se fossi morto là dentro? E se reagivo ai colpi? Come finiva per me? Unaltro Federico? Mentre vivevo queste cose non sapevo che cosa mi volevano fare, mi sforzavo di stare calmo, di non reagire ai colpi. Ho scelto di denunciarli e mi sono affidato alla giustizia: tutto archiviato. In fin dei conti non è morto nessuno!
Chi ha deciso l'archiviazione della mia denuncia, ha scelto di coprire col silenzio tutta questa vicenda. Spero che questa decisione non venga interpretata come un via libera a farmi di peggio, da chi ha già fatto abbastanza male. Giustizia troppo spesso cieca, sorda e muta... per scelta e non per mancanza di prove. Mi sento fortunato, dicevo, perchè quest'anno niente botte nè minacce. E' un passo avanti... Evviva! Buon anno! >

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Un parroco che non conosco wrote:

< Esiste un Dio
che cammina con scarpe consumate e
che indossa vesti sdrucite e dimesse.
Arriva con dolcezza, si siede in un angolo, tace e ascolta >

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"A che serve vivere, se non c'è il coraggio di lottare?" (Giuseppe Fava)

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Cari lettori,
La strenna che abbiamo scelto per gli amici della "Catena" [vedi file allegato: OriolesAppendice.pdf] quest'anno comprende niente di meno che delle poesie. Scritte in un arco di tempo molto lungo, che sembra purtroppo essersi esaurito qualche tempo fa, esse vogliono essere - quanto meno - un promemoria di cose e di momenti, e di persone, che mi sono state e mi sono care. Sono anche un modo poetico :-) di chiedere la vostra sottoscrizione alla Catena, che non ha altri mezzi di sostentamento che la vostra solidarietà.
Buon Anno!
r.o

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