Frammenti di un sogno


Frammenti di un sogno ( notte del 18 Ottobre 2000)

 Ugo AriotiUgo Arioti

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Era una casa di legno, forse una baita, immersa in un giardino di agrumi e ulivi. Fuori era buio e il vento faceva sentire la sua voce. Io stavo seduto a un tavolo di legno.

Di fronte a me stavano un uomo ed una donna di giovane aspetto, mi sembrava di essere in famiglia.

Ricordo che stavamo parlando, ma non ricordo di cosa. Quello che mi colpì fu il fatto che dalla finestra vicino al tavolo dove si conversava si vedeva solo buio, e io sentivo freddo alle spalle, come uno spiffero di vento che penetrava dalla spalliera della panca in legno su cui stavo seduto.

Poi si fece un po’ più chiaro fuori e vidi che la casa marciava, come fosse lo scompartimento di un treno, stavamo viaggiando e fuori dal “finestrino” il paesaggio della notte scorreva veloce.

In fine arrivò una bambina bionda, di sei o sette anni. La piccola si era svegliata, forse, a causa del vento e veniva verso la mamma per rifugiarsi fra le sue braccia. ... la accogliemmo con un sorriso per rasserenarla….poi non ricordo più niente. Devo essermi svegliato.



Frammenti di sogni della notte fra il 22 e il 23 Ottobre 2000

 

….Ricordo una città mistica, camminavamo verso qualcosa di non ben definito io , Giovanna e Alessandro, mio figlio, dietro, e lui aveva un pacchetto di biscotti.

Il paesaggio era grigio, forse tardo pomeriggio o sera.

Un piazzale, un belvedere sulla valle….

 

….Era tempo di scarsità idrica e comprai dei bidoni e dei fusti di plastica da riempire. L’acqua arrivava in un tubo di gomma piccolo fino all’ingresso di un panificio, stavano riempiendo alcuni fusti. Io misi i miei recipienti davanti al negozio senza avvertire nessuno e andai a chiamare qualcuno che mi aspettava per sapere se c’era acqua….

Quando tornai davanti al forno per prendere i bidoni non trovai niente li fuori. Entrai nel negozio e chiesi al giovane che stava dietro al bancone, ma lui mi disse di non sapere nulla.

Lo trascinai fuori e gli feci vedere la casa in fondo alla discesa dove non c’era acqua e dove dovevo portarla e gli chiesi la restituzione dei miei fusti pieni d’acqua.

Non aveva nessuna intenzione di restituirmeli. Qualcuno poi mi convinse di desistere e andare via…..

 

Un sogno, mattinata del 20 Novembre 2000 ore 3.45

 

…Siamo a Palermo, credo, e fra un ambiente e l’altro, mi imbatto nel nonno Ugo, lo troviamo morto, anzi sembrava morto. Così viene messo nel “ Tabbuto”. Lo mettiamo, intanto che aspettiamo non so cosa, nella stanza da letto, dove manca il letto. Io partecipo a tutte queste azioni senza un coinvolgimento fisico nelle azioni, ma le conosco e le seguo.

Tutto fatto vanno via tutti, io resto da solo e sento dei rumori provenire dalla stanza dove abbiamo conservato la bara con il nonno.

Vado a vedere. La cassa da morto si muove. E’ composta come una matrioska: Un sarcofago di plastica bianca, tipo scatola, facile da sfilare e una cassa di color mogano chiaro lucido con perni dorati trattenuti da catenelle circolari pure dorate, strane. Non riesco a sfilarle dai perni, così apro la cassa come fosse il guscio di una cozza, con le mani.

-          Nonno respira- dico

Lui è la, sdraiato con gli occhi aperti, sembra che non abbia fatto alcuno sforzo. Mi appare smagrito, con i capelli bianchi e una lunga barba bianca ispida, di quelle non fatte da parecchi giorni.

-          Ei, nonno è bello rivedere tuo nipote in queste circostanze?-

-          Come è dall’altro lato?-

-          E’ come il Bigliardo dell’angolo!- risponde il nonno

-          Allora è bello?-

-          Le macchine nere e lucide sono sempre belle….!!- Risponde.

Penso che il nonno non è vivo. E’ morto tanto tempo fa e non mi ricordo se l’ho visto sul letto di morte, forse no.

Ricordo che l’ultima volta che sono andato al cimitero, già un anno fa, non sono riuscito a trovare la sua tomba.

Trovo sempre quella della nonna Rosaria che non ho conosciuta, perché ero troppo piccolo quando è morta, ma che andavo a trovare sempre con i miei genitori quando, per il giorno dei morti, si facevano le visite ai cari estinti che riposano al cimitero Di S. Orsola e Santo Spirito a Palermo.

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