da Riflessioni - Il gelido sapere

 “… vogliamo non sapere che cosa sia il coraggio, ma essere coraggiosi, e neppure sapere che cosa sia la giustizia, ma essere giusti, come anche essere sani piuttosto che sapere cosa sia l’essere sani”


Aristotele, Etica nicomachea


Iceberg


Un buon filosofo deve essere in grado non solo di “vedere più lontano degli altri”, ma di sapere rendere prossime le cose che vede, deve avere cioè quella capacità pratica oltre che teoretica, di fungere da catalizzatore di eventi oltre che di pensieri.


Se sia più importante “fare la verità” o “conoscere la verità” o se piuttosto bisognerebbe chiedersi se si possa fare qualcosa senza  avere la conoscenza previa o platonicamente  innata della stessa o ancora se si possa al contrario lasciar fare alle cose verità nei nostri pensieri perché possiamo autenticamente conoscere la realtà che ci circonda, e su che cosa sia la verità stessa e se di fatto esista o sia conoscibile, ci permettiamo di lasciare a noi ed a voi, sempre aperto l’interrogativo, non tanto per timore di azzardare una risposta sbagliata, ma perché in questa sede, con Aristotele,  preferiremmo molto più essere veri,  che credere di  sapere “la risposta”.


Spesso capita che interrogandoci sul significato di un concetto scopriamo in noi una ricchezza d’intuizioni che ci sorprende e poi, se un amico ci chiede un esempio da noi vissuto che dia spessore di esperienza alla sottigliezza delle stesse intuizioni, non siamo in grado di fornire alcun dettaglio e ciò non provoca né in noi né in chi ci ascolta una diminuzione di stima, anzi accresce la nostra fama di costruttori di teorie.


Ma la filosofia è chiamata ad elaborare dei metodi oppure a pensare su di essi?


Ed il “mestiere” del filosofo sta nel saper formulare bene le domande  o  nel dare le più diverse e alternative  risposte?


Se usciamo dal circolo vizioso dell’ “aut - aut” scopriremo quanto abbiamo da imparare dal dinamismo dell’ “et – et” .


Spesso le questioni nascono viziate in partenza: ad una domanda mal posta segue una risposta la cui categoricità la rende chiusa a prospettive nuove.


Per esempio se domandassi: la coerenza è un valore? Quanti di voi hanno pagato le spese dell’incoerenza propria o altrui, si irrigidirebbero in una risposta positiva arricchendo la loro personale prospettiva di citazioni autorevoli ed esempi. Quanti invece, grazie all’incoerenza, si sono “salvati la pelle” o sono stati messi in condizione di aprirsi nuove prospettive, affermerebbero senz’altro che essa non è un valore in assoluto, anzi che la contraddizione è l’anima della dialettica ….


Ma se io domandassi socraticamente: cosa è la coerenza? E poi: chi è coerente?


Le risposte sarebbero tutte formulate su un piano completamente diverso e nascerebbe un autentico atteggiamento filosofico, basato sul confronto delle “nostre” verità, alla ricerca di una risposta da trovare insieme, sulla quale soffermarci abbastanza da poterla oltrepassare.


Forse dovremmo recuperare quella visione della filosofia antica, magistralmente esposta da  Hadot, secondo la quale il filosofare è l’arte del saper vivere, in modo tale da poter offrire sempre ai nostri interlocutori, oltre al “sole freddo” della speculazione ( comunque indispensabile), che illumina, ma non riscalda, l’esemplarità di una filosofia che si fa vita, attraversandone le contraddizioni, e che, non dimenticando mai  le proprie origini ad esse torna per inverarsi.


a.f.


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Polvere

 

Coltiveremo sabbia
e polvere del nostro triste impasto
nelle misere fosse
che sia granito o marmo o nuda terra
ad accoglierne i resti.

Alambicchi di sogni distillati in versi
su polverosi scaffali si poseranno fogli,
sospiri e tormenti,
mentre percorriamo
nel silenzio delle parole scritte
le stanze buie del non aver vissuto
volgendo lo sguardo infantile
delle nostre rughe alle fantasie dipinte
su carezze negate.

Noi siamo oggi nelle stesse domande
di Didone ed Euridice,
siamo ieri nel costato ferito
dell'uomo tradito dalla sua stessa mano.

E siamo la Mecca di Terre Sante
e la manna per sfamarci l'amore
e siamo Natura sempre in divenire
senza risposte che nel nostro finire.

 


n.c.



http://filosofipercaso.splinder.com



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