Obama presidente

Ieri sera abbiamo assistito ad un momento storico. 143 anni dopo l’abolizione della schiavitù sancita dal 13° emendamento della Costituzione americana, 53 anni dopo il rifiuto di Rosa Parks di Montgomery, Alabama, di spostarsi dai sedili dell’autobus riservati al bianchi e 45 anni dopo il famoso discorso di Martin Luther King “Io ho un sogno”, gli Stati Uniti hanno eletto un presidente afro-americano!

Questo è un simbolo potente in un mondo dove la gente viene discriminata per la razza, le convinzioni religiose, l’età, il colore della pelle, l’orientamento sessuale ecc.


E’ il simbolo del fatto che la coscienza umana può evolversi, che vecchie verità possono lasciare il posto a nuove verità e che ciò che un tempo veniva ritenuto impossibile si può realizzare.
Questa è l’importanza storica di ciò che è successo negli Stati Uniti.


Ci congratuliamo con il Presidente Obama e con l’ispirato movimento sociale fatto di gente di tutti i settori della società americana, soprattutto giovani, spesso ignorati e trascurati nel processo politico e di idealisti che chiedono un cambiamento nonviolento.


Questo cambiamento non è solo un nuovo inizio per gli Stati Uniti, ma dato l’importante ruolo degli USA negli affari mondiali, molti lo considerano un nuovo inizio per tutto il mondo.


Non siamo ingenui, però: oggi vediamo all’orizzonte il simbolo di un nuovo futuro, ma non è sicuro che questo futuro arrivi.


In questi tempi di crisi finanziaria ed ambientale, il mondo si aspetta che gli Stati Uniti lavorino in modo costruttivo con gli altri paesi per risolvere questa profonda crisi. Speriamo che ritornino ad usare il potere dell’ispirazione, la libertà di pensiero ed espressione, il potere degli ideali, un orientamento davvero democratico e la promozione degli usi civili della scienza, invece di opprimere il mondo con il potere militare. Come ha detto Barack Obama nel suo discorso della vittoria: “Stasera abbiamo dimostrato che la forza della nostra nazione non viene dalla potenza delle armi o dalla ricchezza, ma dal potere dei nostri ideali”.


I popoli del mondo aspirano ad una nuova direzione. Le sfide globali a cui gli Stati Uniti e il Presidente Obama devono rispondere, insieme ai leader delle altre nazioni, sono:


1) Il ritiro delle truppe d’invasione dai territori occupati
2) La restituzione di questi territori ai loro abitanti
3) Lo smantellamento degli arsenali nucleari
4) La creazione di un nuovo sistema economico globale, basato sui valori umani e capace di eliminare l’usura e la speculazione
5) La protezione delle risorse del pianeta, in modo che la terra possa consentire la vita delle generazioni future


Facciamo i nostri auguri al Presidente Obama: questi potrebbero essere tempi pericolosi per lui. Sappiamo che nei corridoi del potere delle compagnie petrolifere, delle fabbriche d’armi e delle banche molti temono ciò che il futuro ha in serbo per loro. Questa piccola minoranza ha i mezzi per distruggerci tutti, nella sua avida ricerca di controllo delle risorse mondiali.


Continuiamo a lavorare perché la grande maggioranza della gente che nel mondo ama la pace e la nonviolenza possa compiere i prossimi passi, da un presidente nero alla Nazione Umana Universale.




5 novembre 1008


Gli umanisti d'Europa




Commenti

Basileia ha detto…
Congratulazioni, e in bocca al lupo per le sfide globali, speriamo bene....

















Gap.

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