Una vita non secondaria

Oggi alle 11, nella parrocchia di San Carlo "gremita come il Paradiso" - secondo le parole del concelebrante, don Bruno - Bresso ha dato l'addio terreno a Barbara , rapita alla vita a soli 17 anni. La morte l'ha attesa, o meglio hanno sbalzato anche lei, la morte, in una "strada secondaria" secondo certi giornali, vale a dire via Aldo Villa (partigiano comunista, fucilato nel '45, la cui nipote - cattolica - vive ancora lì vicino). Secondario perché anonimo, eppur prezioso nel suo sacrificio, secondaria la via, ma per me è la prima, trattandosi di casa. Ci abitano i miei genitori. Barbara era una ragazza come tante, piccolina la definivano per via del fisico esile. Durante il funerale, adolescenti dallo sguardo smarrito che si rendono conto che la vita non è un gioco e può finire senza nemmeno capir perché; ma anche moltissime famiglie e conoscenti. Presente anche il cappellano del carcere di San Vittore, dove è rinchiuso Stefano, lo sciagurato responsabile della morte violenta di Barbara.

Io non la conoscevo, ma l'associo a quelle morti premature, sia pur con modalità ed età differenti, che hanno travolto i miei amici: Roberto, Gina, Luz, S. Angeli caduti, non per una decisione del destino, ma per la sbadataggine di chi ormai considera l'umanità un gioco, o un gesto incurante. Non scomodiamo Dio, anch'egli disarmato di fronte alla nostra abbandonata stupidità.


Pensando a Barbara mi è venuta in mente Sei volata via, la canzone che Jovanotti scrisse per Ron e che a me ha sempre ricordato la rosea nostalgia della Casa dei doganieri. Uno struggimento montaliano. Era proprio per lei, una premonizione: Piccolina. La vita di tutti è piccola, è una celia, una carezza. Ne abbiamo lasciato per strada il vaporoso sapore.






Sei volata via (Piccolina)




Passavamo dei giorni io e te

da soli in una stanza

sopra un letto di briciole e caffè

davanti a una finestra


Stretti mentre fuori piove… innamorati

di tutto e di tutta l' allegria che ci siamo lasciati


Sorrido ogni volta che tu stai

passando nei miei gesti

il modo in cui cucino e lavo biancherie

Le dritte che mi desti


Un gatto mi passa accanto

Forse sei tu

Lo seguo sparisce per le scale…

lo cerco e non c’è più


Piccolina, ti dicevo, bambolina mia

Quando ho aperto le mie mani per guardarti

Sei volata via…


Certe sere rifaccio quella via con tutti quei tornanti

Da là in cima si vede casa tua

Coi lampadari spenti


Un gatto mi passa accanto

Forse sei tu

Lo seguo sparisce per le scale…lo cerco e non c’è più


Piccolina, ti dicevo, bambolina mia

Quando ho aperto le mie mani per guardarti

Sei volata via …


Un giorno, ma chissà quando

Ti rivedrò

Col naso ti sposterò i capelli

E dopo non lo so


Piccolina, ti dicevo, bambolina mia

Quando ho aperto le mani per guardarti

Sei volata via












Commenti

anonimo ha detto…
Caro esploratore, mi dispiace. Quando succedono certe cose ci lasciano increduli e siamo tentati a pensare che non potrà mai toccarci da tanto vicino una cosa del genere...ed invece... ti sono vicina.

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