Senza titolo 2042

CASERTA - Venerdì per me è stato davvero un brutto venerdì all'influenza si è aggiunta una brutta notizia: il Quotidiano di Caserta, l'ultimo quotidiano con cui ho lavorato prima di trasferirmi in Toscana ha chiuso. La notizia mi è stata data da un ex collega Marco Malaspina, divenuto giornalista da poco e che ora è vicwe direttore di un mensile casertano nato da poco. La notizia per me è stata un pugno in un occhio. Premetto che ho una causa di lavoro in atto per ingiusto licenziamento e sotto pagamento delle prestazioni giornalistiche effettuate contro i proprietari del giornale. Ma la di là degli individui che  hanno finanziato economicamente il giornale: si tratta dell'allora assessore presso il comune di Caserta Donatella Andrisani in seno al Nuovo PSI di Craxi (si tratta dell'anno 2004/2005)  e dal figlio (di cui non ricordo il nome) del consigliere comuale del comune di Caserta sempre in seno al Nuovo PSI  Luigi del Rosso. Di sicuro chi aveva pensato che l'apertura del quotidiano è stata finalizzata solo a dare più spazio alla candidatura regionale di Luigi Del Rosso forse non si era tanto sbagliato. Il gruppo che si era creato ci credeva in questo piccolo giornale. Ci credeva perchè amavamo il mestiere di giornalista (ed io lo amo ancora). Il giornale andava avanti con gli attacchi alla mala politica da parte del mio ex marito Mario Tudisco (lui è stato il mio pigmaleone), la cronaca sindacale senza "peli sulla lingua" di Maria grazia Manna, lei ha detto tutta la verità sul caso Finmek (una fabbrica di Santa Maria Capua Vetere che ha messo in cassa integrazione tutti i suoi dipendenti), il direttore Carmine Riola ed io con la nostra passione per la cronanca nera e per la cronaca giudiziaria. Ma un quotidiano che mette nero su bianco tutto, senza censure e senza pressioni economiche, che non vuole ascoltare neanche i "ricatti" degli amministratori non poteva durare in provincia di Caserta. Lì anche la cronaca giudiziaria è filtrata dagli avvocati dei camorristi e và avanti il cronista che omette di scrivere ciò che gli viene "comandato" di non pubblicare. Eppure, i piccoli "scrivani fiorentini", come ci avevano definito alcuni colleghi, sono riusciti il 31 gennaio del 2005 a puntare i riflettori nazionali sul problema camorra in provincia di Caserta. I cenerentoli dell'informazione casertana hanno fatto venire le telecamere di "Chi lo ha visto?"  a Caserta per indagare sul caso di un ragazzo sparito perchè avrebbe fatto debiti di gioco e si sarebbe trovato coinvolto anche in un giro di droga leggera.  Ed il regista Dean Buletti ha fatto un'intervista in quella piccola redazione fatiscente da dove è emerso la realtà della camorra casertana. Una realtà che tende a negare l'istruzione ai minori residenti nelle periferie cittadine perchè devono entrare a far parte dell'esercito della camorra. Un realtà fatta di riciclaggio di denaro sporco grazie al ciclo del cemento e dei rifiuti. Lo stesso piccola quotidiano ha poi collaborato con l'inviata Filomena Ruollo e con il regista Fiore Di Renzo sempre della redazione di "Chi lo ha visto?". Ma non sempre il piccolo davide può vincere contro il gigante Golia. In questi giorni che sono stata a letto con la febbre mi sono ricordata di tanti bei episodi vissuti nella redazione del quotidiano che era divenuta la mia casa. Mi ricodo di quando feci visita per farmi conoscere come cronista di nera al capitano dei carabinieri di Teverola. Mi regalò un calendario dell'arma. Appena lo portai in redazione il direttore lo affisse al muro, per noi due - fanatici dell'arma - si trattò di un evento sacro quasi quanto assistere all'alza bandiera con sottofondo l'inno nazionale. Mi ricordo quando telefonai al capo della Digos di Caserta, Arturo Compagnone, e feci finta di essere un altra giornalista per avere delle notizie di approfondiemento su di una velina della polizia che ci era pervenuta in redazione. Questi si accorse subito che stavo fincendo e ................dopo un pò mi presentai ma non finì lì. Fui convocato di urgenza in Questura, presso la sede della Digos, che paura e che emozione di gioia provai allo stesso tempo. Il mio ex marito disse"E' la votla buona buona che ti arrestano". mariagrazia Manna, però, conosceva il dottor Compagnone e lo chiamò dicendogli che ero una brava ragazza. Allora avevo 28 anni. Indossavo un jenas a vita bassa largo, una maglietta sportiva larga e per rilassarmi entrai in Questura con il lettore cd nelle orecchie ascoltando i 99Posse (Un gruppo musicale di estrema sinistra). Appena vidi il capo della Digos però capii che anche se sembrava burbero alla fine era un uomo buono come come il pane. Infatti riuscii a fargli tenerezza per la mia buona volontà. Bei ricordi. Peccato che la censura politica e camorristica della provincia di Caserta o, come direbbe lo scrittore Saviano, "Terra di Camorra" ha fatto chiudere il Quotidiano di Caserta.


Romilda Marzari


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